Sting: My Songs Tour

Jul
30
2019
Padova, IT
Teatro Geox
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Tre carriere in 90 minuti, è un trionfo la data di Sting alla Live Arena...


Nell’ora e mezzo di concerto attraversa tutta la sua carriera, la parte con i Police, quella solista e le tante collaborazioni. Live Arena gremita in tutti i suoi ottomila posti per la tappa padovana di "My songs tour 2019"
   
 
Ha cominciato e finito in acustico, solo con una chitarra, Sting, che è poi uno che ha fatto fortuna imbracciando un basso. Una di quelle serate in cui è difficile trovare qualcuno tra il pubblico che non conosca tutte le canzoni della scaletta. Sono passate le 21 e 30 da poco, la Live Arena è gremita in tutti i suoi ottomila posti. Si parte ed è subito Roxanne. L’amore per una prostituta che cantavano i Police, un brano del 1979 che al tempo non spaccò, come si direbbe oggi, è poi diventato uno dei brani fondamentali della storia rock. E come non potrebbe esserlo. Di seguito, immediata, arriva “Message in a bottle”, e c’è chi tra il pubblico dice, in modo soddisfatto, è già abbastanza. 


Uno spettacolo mai eccessivo, non ci sono effetti speciali che distraggono da ciò che accade sul palco, ma sempre molto intenso, non ci sono mai cali. E' la musica la protagonista, le canzoni. La parte del leone la fa inevitabilmente Sting che però mette tutti a proprio agio, tratta tutti alla pari, dai musicisti al pubblico. Ai quali da tutto quello che può. Nell’ora e mezzo di concerto attraversa tutta la sua carriera, la parte con i Police, quella da solo e le collaborazioni. Inutile dire che per chi ha una certa età, basta aver superato i 45 anni, non serve esagerare, è una grande emozione sentire dal vivo eseguire brani contenuti in album come "Ghost in the Machine" o "Zeniatta Mondatta", che per chi invece di anni ne ha meno, potrebbero sembrare solo titoli un po’ naif.


Quel suono, quel miscuglio di punk unito alle vibrazioni del reggae, tipico dei Police, al tempo suonava come la rivoluzione. Musicale, si intende. Quello da cui pesca di più è "Syncronicity", comunque, e se può sorprendere la scelta “Wrapped aroung yuor finger”, che rimane sempre un gran pezzo ma come tanti altri del loro repertorio, "Every breath you take" non può mancare. Ed è così che finisce la prima parte del concerto. Ed è un tripudio.


Con una maglietta rossa, pantaloni scuri, è come ce l’aspettiamo. Sempre molto affascinante, elegante, spigliato, bello per dirla tutta. A 69 anni si presenta con il fisico asciutto, i capelli all’indietro, argentati, un po’ di barba, bianca.


Anche la parte di repertorio solista però è ben valorizzata. Quando nel 1985 si presenta per la prima volta senza Andy Summers e Steward Copeland, i due con cui formava i Police, il pubblico lo conosce con pezzi molto diversi da come era stati abituato, ma colpisce subito nel segno. Così brani come "If you love somebody (set them free)" o "Russians", non possono che conoscerli tutti. Soprattutto quest’ultima ha evidenziato quante cose siano cambiate in questi anni. Gli assetti politici, i riferimenti culturali ed estetici. Ma solo questo, perché non c’è stato brano che sia stato recepito come “vecchio”, non c’è mai la percezione di sentire qualcosa che stoni o che non ci stia in questi giorni. Il finale è come si è cominciato, con lui da solo e una chitarra acustica. E se tante cose sono cambiate, se il tempo è passato per tutti, anzi per tanti perché c’erano anche numerosi giovani tra il pubblico, anche giovanissimi per capirci, con l’esecuzione di Fragile ci ricorda cosa invece rimane sempre uguale.


(c) PadovaOggi by Ivan Grozny Compasso

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