Brilla il sole, il sole di mezzanotte...
Brilla il sole, il sole di mezzanotte, attorno alla figura di quel profeta biondo che lì sul palco grida le antiche speranze di amore, pace e di libertà citando William Shakespeare e George Gershwin, Gustav Jung e Bob Dylan, Gil Evans ed Enrico Caruso, Jimmy Hendrix e le madri di Plaza de Mayo. In quindicimila partecipano al nuovo rito laico che il rock degli anni '90 ha generato per continuare ad essere musica che agita i corpi e scuote le coscienze: come per gli U2, Peter Gabriel, Bruce Springsteen, come per Sting. Mister Gordon Matthew Sumner distribuisce emozioni -che arrivano ad essere assolutamente toccanti in 'They Dance Alone' '' e gioia -che diventa decisamente trascinante in 'We'll Be Together' -in tre ore di concerto, si conferma intellettuale organico di gran carisma e di fascino estremo, doti che addirittura riescono a superare le reali capacità artistiche. Il suo spettacolo 'Nothing Like The Sun' riesce comunque per questo a rivelarsi un evento. Lui - e il tocco narcisistico delle stars giunte a livelli da mito, alla David Bowie, si racconta con puntuale attenzione ai particolari, venando di jazz l'esibizione e puntellandola con discrete, - e purtroppo limitate memorie dei Police.
Ieri sera allo stadio ''Simonetta Lamberti'' di Cava, seconda tappa del suo tour italiano che si concluderà il 7 maggio a Verona, Sting ha espresso per intero la sua dimensione di solarità musicale nel più mediterraneo dei suoi appuntamenti. In bianco nella prima parte del concerto, quasi a confondersi con le luci fioche e tenui della sera; in nero nella seconda, a stagliare la sua sagoma tra gli strumenti che affollavano il palco; mostrando sempre una leggera ironia sul sex-appeal che gli si attribuisce: da 'The Lazarus Heart' all'aria del ''Serse'' di Haendel 'Caro Mio Ben', cantata in un italiano evidentemente educato dallo spagnolo che ha voluto imparare per 'Nada Como El Sol' e resa per un omaggio doveroso per un tipo colto e sensibile come lui alla terra di Caruso. Ed in mezzo la danza bile 'We'll Be Together' e l'intensa 'Englishman in New York', sul tema della diversità sofferta, 'Sister Moon' per dire che tutti viviamo sotto l'influenza della luna e 'One World Is Enough', un mondo è già abbastanza. Poi con 'If You Love Somebody' Sting ha rivoltato se stesso, giocando sul filo dell'amata psicanalisi, e con 'Bring On The Night' è cominciata la cerimonia degli affetti. Il brano è dedicato a GiI Evans, poco più di un anno fa con Sting in concerto a Perugia, da sempre suo maestro, oggi morto. Nel medley una citazione dylaniana con 'When The World Is Running Down'.
Rappresenta pure la produzione ultima dei Police ed ha chiuso la prima parte delle esibizione, riapertasi quindi con la struggente ''Gueca'' di 'They Dance Alone', (Loro ballano sole), loro, le madri dei desaparecidos. E' stata la punta di commozione alta, che ha seminato la sua scia fino a 'Fragile', alla 'Little Wing' di Jimi Hendrix, comunque inarrivabile all'originale, a 'Russians' ed a 'Fortress Around My Heart'. Il fantasma dei Police è riapparso evocando spessori musicali un po' troppo dimenticati dallo Sting di oggi, a tratti leggero ed incolore: 'Don't Stand So Close To Me' e 'Message In A Bottle' possono parzialmente riallacciare il filo col proprio passato, legarsi alle sonorità e ai contenuti di quegli anni.
Lo spettacolo ,è finito, a mezzanotte circa come nel film su Dexter Gordon. E di musicisti jazz Sting si è circondato, pur con risultati non puntualmente ottimali.
Di rilievo le prestazioni di Bradford Marsalis al sassofono, di Kenny Kirkland alle tastiere e di Mino Cinelu alle percussioni. Fuori ruolo il chitarrista Jeff Campbell, che non è Hendrix, ne Hiram Bullock lo sa, ma si ritrova a doverli interpretare. Con loro Tracy Wormworth al basso, Jean Paul Ceccarelli alla batteria, Delman Brown alle tastiere ed al coro e Dolette McDonald come vocalist a far da corona al profeta Sting.
(c) Il Mattino by Generoso Picone (thanks to Valeria Vanella)
Sting, emozioni da show - Così ha fatto brillare il sole di mezzanotte. Le tentazioni del profeta biondo...
In quindicimila ieri sera a Cava dei Tirreni per il concerto della carismatica star inglese. Più di tre ore sul palco tra citazioni di Shakespeare e Bob Dylan, Gil Evans e Caruso.
La lunga estate della pop music è cominciata anche per il giovani del Sud: quindicimila, ieri, affollavano prato e gradinate dello stadio di Cava.
Ed e cominciata con un appuntamento solare:per la giornata balneare, calda, che ha alimentato la voglia di tintarella nella lunga attesa; per il sole che lo show porta nel titolo, 'Nothing Like The Sun'; per l'intensa, lunga luminosità artistica (in principio coi Police, poi da solo estendendola dalla musica al cinema) del protagonista di questo primo rendezvous all'aperto, Gordon Matthew Sumner, alias Sting, ovvero ''pungiglione''.
Spunta, mentre Mino Cinelu fa ''volare'' le percussioni: di. bianco vestito, che elegantemente si accoppia ai biondi capelli e agli algidi occhi, ne esalta il sex appeal che sprigiona sensualità, magia, quel fascino perfido ed allo stesso tempo ascetico aureola del mito. Tra mille luci colorate e sulle note di 'The Lazarus Heart' eccolo al centro della ribalta: ''Pungiglione'' fa esplodere il pallone, fino allora frenato, dell'entusiasmo: un urlo potente si leva dalla folla e sovrasta gli applausi.
Sting vuole stravincere: qualche frase in italiano per accattivarsi ancora di più la platea che non e solo di teen-agers, ci sono anche i fans degli anni dei Police venuti a rivederlo, e magari a criticarlo per aver abbandonato la via maestra, per il suo rock attuale forse più raffinato, ma spurio, contaminato da jazz, swing, sonorità latino-americane. Ma il ''profeta biondo'' il passato non lo rinnega, anzi lo ripropone, con alcuni brani portati al successo assieme ai suoi primi compagni di strada. Una scelta per sottolineare che non si considera un apostata del rock, ma l'apostolo di un pop circolare, che avvolge e ingloba evasione e solidarietà sociale, voglia di ballare ma pure di giustizia, edonismo e impegno politico. Una miscela afrodisiaca, forse poco innervata, ma coinvolgente: in quindicimila hanno ballato con 'We'll Be Together', si sono commossi con 'Bring On The Night', con 'They Dance Alone' hanno partecipato, accendendo migliaia di fiammelle, alla drammatica ''gueca'' delle madri e delle mogli dei desaparecidos. Euforia, lacrime e sangue: in tre ore e mezza, tanto e durato il concerto, Sting, fedele al suo nome d'arte, li ha ''punzecchiati'' tutti i sentimenti del pubblico, esaltandolo nella prima notte sotto le stelle dell'estate pop.
(c) Il Mattino by Lello Greco (thanks to Valeria Vanella)